Un simbolo di resilienza e creatività partenopea
Quando si pensa alla gastronomia napoletana, sicuramente uno dei primi pensieri è dedicato alla celebre pizza margherita (dal 2017 patrimonio dell’umanità UNESCO). Tuttavia, c’è un’altra specialità che racchiude l’essenza più autentica e popolare di Napoli: la pizza fritta. Più che un semplice piatto, è un vero e proprio simbolo di resilienza, creatività che racconta del popolo partenopeo e del suo antico spirito di adattamento.
Le origini: tra nobiltà e necessità
A dispetto di quanto si possa pensare, la pizza fritta ha origini antiche e persino nobili. Già nel 1837, nel trattato “Cucina teorico-pratica” di Ippolito Cavalcanti, duca di Buonvicino, si trovano riferimenti a un suo antenato: le “zeppolelle de baccalà”, fritte in olio bollente, che si possono considerare precursori della pizza fritta moderna.
Nonostante quanto appena descritto, la versione che conosciamo oggi ha radici in un periodo ben più drammatico della storia di Napoli, ovvero il dopoguerra. È proprio in questo contesto di estrema difficoltà che, come spesso accade, prende forma la tipica creatività napoletana. Un esempio perfetto di come le circostanze possano dare vita a soluzioni creative.
Il dopoguerra: la nascita della “Pizza del popolo”
Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, Napoli era una città inginocchio.
I tradizionali forni a legna erano stati distrutti durante i bombardamenti, la mozzarella e il pomodoro erano diventati beni di lusso, e la pizza tradizionale sembrava ormai un sogno irraggiungibile per molte famiglie.
Fu in questo periodo di penuria che le donne dei quartieri popolari, con la tipica ingegnosità partenopea, reinventarono la pizza. Prendendo l’impasto della pizza tradizionale e immergendolo nell’olio bollente invece di cuocerlo nel forno, riuscirono a ottenere una pietanza che, oltre a essere gustosa, appariva abbondante e saziante. E la magia della pizza fritta era nata.
La tradizione femminile
Una delle caratteristiche più affascinanti della pizza fritta è la sua stretta connessione con la figura femminile. Erano infatti le donne a curare ogni fase della preparazione: dalla farcitura alla frittura, dalla vendita all’organizzazione del credito. I banchetti e le friggitorie improvvisate, con i loro tegami fumanti, erano parte integrante del paesaggio urbano napoletano, dando vita a una vera e propria rete di micro-imprenditoria femminile.
Questa tradizione continua ancora oggi: molte delle migliori pizze fritte di Napoli vengono preparate da donne, portatrici di una sapienza culinaria tramandata di generazione in generazione.
Gli ingredienti tradizionali
Nei primi anni della pizza fritta, non esistevano ricette precise. Gli ingredienti variavano in base alla disponibilità del momento, ma tra i più comuni si trovano: ricotta, ciccioli, salame napoletano e provola.
L’impasto veniva preparato dai pizzaioli, spesso durante le festività, mentre le donne si occupavano di friggere e vendere la pizza fuori dai “bassi”, le tipiche abitazioni del centro storico partenopeo. In questo modo, la pizza fritta diventava non solo un piatto da gustare, ma anche un piccolo atto di resistenza e di economia informale.
I locali imperdibili per gustare la pizza fritta autentica
Ora che abbiamo ripercorso la storia di questa straordinaria specialità, vediamo dove è possibile gustare la miglior pizza fritta di Napoli:
Pizzeria de’ Figliole
Via Giudecca Vecchia, 39 (Quartiere Forcella)
Antica Pizza Fritta da Zia Esterina Sorbillo
Piazza Trieste e Trento, 53 / Via dei Tribunali, 35
Pizzeria Concettina ai 3 Santi
Via Arena della Sanità, 7 bis
L’Antica Friggitoria La Masardona (dal 1945)
Piazza Vittoria, Centro
Pizzeria Di Matteo
Centro Storico – Via dei Tribunali
Napoli Sotterranea e il centro storico
Napoli non è solo la sua superficie vivace, ma anche un mondo nascosto sotto i suoi piedi. Napoli sotterranea è un labirinto di gallerie e cunicoli che risalgono all’epoca greco-romana e che hanno giocato un ruolo cruciale durante la Seconda Guerra Mondiale. Oggi, alcuni di questi luoghi sono accessibili con visite guidate, offrendo uno spaccato unico della città.
Nel cuore del centro storico, zone come Spaccanapoli sono il punto di incontro tra storia e tradizione culinaria. Le pizzerie storiche, come “Di Matteo”, situate vicino a questi sotterranei, rappresentano il connubio perfetto tra la cultura gastronomica napoletana e le radici storiche della città di Napoli, dove la pizza fritta – simbolo di resilienza – si gusta in un contesto che racconta secoli di storia, tra i vicoli e le profondità sotterranee della città.