Il Percorso
VINO TUFELLO
NELLE CAVITÀ TUFACEE DI
NAPOLI SOTTERRANEA
CONSERVIAMO UN VINO
DALLE CARATTERISTICHE
UNICHE.

Il vino è senza dubbio tra i prodotti più antichi del mondo occidentale. Si sviluppò particolarmente in Europa meridionale, dove il clima facilitava la crescita dell’uva.

I Greci stabilirono la suddivisione del liquido cominciando con quello da taglio, per arrivare al tipo leggero, secondo il grado calorico desiderato.

Tra i vini più antichi provenienti dall’area della Magna Grecia (Campania-Calabria-Basilicata-Puglia) e dalla Sicilia greca si annoverano il Cirò calabro, il Negroamaro pugliese, l’Aglianico del Vulture di origine lucana, l’Aglianico campano e il Grillo siculo.

Papinio Stazio, nei suoi scritti, parlò ripetutamente dei vini napoletani. Orazio, da buon intenditore, esaltò il vino “mareotico” ricavato da uve greche trapiantate a Posillipo.

Lucullo si costruì una villa, dove, successivamente, nacque Castel dell’Ovo, e la rese famosa per le sue libagioni.

La stessa cosa fecero Seiano a Coroglio, Virgilio a Marechiaro e gli Imperatori Tiberio, Claudio e Nerone durante i loro periodi di permanenza nella nostra città.

I migliori vini dell’Impero furono quelli provenienti dai vitigni greci impiantati nelle colonie ed altri come il Capri bianco, il rosso del Vesuvio, il Falerno, il Gragnano frizzante e quello d’Ischia, con i quali i napoletani festeggiavano tutte le ricorrenze.

Le qualità vinicole si rafforzarono nel medioevo con l’aggiunta dell’Asprino, del Taurasi, del Solopaca e del Ravanello.