Le guglie di Napoli sono cinque, ma ci concentreremo sulle tre che si trovano nel cuore del centro storico della città. Questi imponenti monumenti sono simboli di devozione e testimoniano il desiderio del popolo napoletano di guardare al cielo. Una guglia, infatti, è un elemento architettonico che si sviluppa in verticale, di solito con una forma acuta e slanciata, simbolo di spiritualità e aspirazione.
Le guglie di Napoli sono dedicate ai santi più venerati della città e sono distribuite in alcune delle piazze più emblematiche. Molte volte, camminando per Napoli, ci passiamo accanto senza fermarci a osservarle con la giusta attenzione. È arrivato il momento di riscoprirle e apprezzarle come meritano!
Le cinque guglie che abbelliscono la città sono: la Guglia dell’Immacolata, situata in Piazza del Gesù Nuovo e a Materdei; la Guglia di San Domenico; la Guglia di San Gennaro; e infine la Guglia di Portosalvo. Questi monumenti, tutti espressione del barocco napoletano, sono riccamente adornati con statue, busti e bassorilievi che ne esaltano la bellezza e il significato.
In quest’articolo, approfondiremo le guglie presenti nell’amato centro storico di Napoli.
La Guglia di San Gennaro
Ci troviamo in Piazza Riario Sforza. Qui si erge la Guglia di San Gennaro, la più antica delle guglie di Napoli. La sua costruzione ebbe inizio nel 1637, voluta dalla Deputazione del Tesoro di San Gennaro per ringraziare il santo per la protezione che la città ricevette durante l’eruzione del Vesuvio nel 1631. Il progetto fu affidato a Cosimo Fanzago; l’architetto e scultore impiegò nove anni per completarlo, benché la guglia fosse considerata ultimata solo nel 1660.
Alla base del monumento si trovano quattro putti e una statua della sirena Partenope, che regge uno scudo con un’iscrizione di gratitudine al santo. L’obelisco è una colonna quadrangolare con grandi volute, culminante in un capitello ionico ornato da puttini alati. In cima, una statua in bronzo di San Gennaro, realizzata da Tommaso Montani, lo raffigura nell’atto di benedire, con il Vangelo in mano sinistra, insieme alle ampolle sacre.
La Guglia dell’Immacolata Concezione
La Guglia dell’Immacolata, la più alta tra quelle di Napoli, si trova in Piazza del Gesù. Prima del 1707, in questo spazio era presente la statua equestre di Filippo V di Borbone, realizzata nel 1705 da Lorenzo Vaccaro e distrutta poco dopo dalla folla infuriata. La guglia attuale fu progettata da Giuseppe Genuino ed eretta da Giuseppe di Fiore nel 1748, grazie alla colletta popolare promossa da Padre Francesco Pepe della Compagnia del Gesù e con la benedizione del vescovo Lelio Carafa.
Alta 22 metri, la struttura è interamente in marmo e si sviluppa su più livelli decorati con eleganza. Alla base, pannelli con iscrizioni dedicate alla Vergine; salendo, putti e festoni di frutta, seguiti dalle statue di San Ignazio e San Francesco Saverio (opera di Francesco Pagano), e di San Francesco Borgia e San Giovanni Francesco Regis (opera di Matteo Bottigliero). Più in alto, bassorilievi che rappresentano la Natività, l’Annunciazione, la Purificazione e l’Incoronazione, anch’essi di Pagano e Bottigliero. In cima, una statua in rame dorato della Vergine Immacolata, sempre realizzata da Pagano. Ogni 8 dicembre, i pompieri pongono una corona di fiori sulla statua in segno di venerazione.
La Guglia di San Domenico Maggiore
La Guglia di San Domenico Maggiore ha una storia lunga e complessa, iniziata nel 1656, quando, a seguito della peste, il popolo napoletano decise di erigere un monumento in segno di gratitudine a San Domenico. Il progetto originale, ideato da Antonio Picchiatti, fu supervisionato da Cosimo Fanzago. Tuttavia, i lavori furono sospesi a metà, nel 1680, e l’opera rimase incompleta per più di cinquant’anni. Con l’arrivo di Carlo di Borbone, i padri Domenicani affidarono l’incarico a Domenico Antonio Vaccaro, che portò a termine il progetto, rispettando le linee originali.
Alta circa 26 metri, la guglia si sviluppa su un basamento quadrangolare in piperno e si restringe gradualmente verso l’alto. Nel primo ordine, troviamo due busti e due iscrizioni, alternati alla sirena Partenope, opera di Fanzago. Salendo, gli stemmi dei Padri Predicatori, della casa Reale di Spagna, della città di Napoli e del viceré Pietro Antonio d’Aragona decorano la struttura. Più in alto, tra i puttini progettati da Fanzago, ci sono medaglioni con rilievi che raffigurano i Santi Agnese, Pio V, la beata Margherita e Vincenzo Ferrerio. Nella parte superiore si trovano le effigi di San Giacinto, San Pietro Martire, San Ludovico e San Raimondo, e ancora più in alto, medaglioni con immagini di Santa Rosa da Lima, San Tommaso d’Aquino, Sant’Antonio e Santa Caterina.
La statua di San Domenico, realizzata in marmo, è attribuita probabilmente a un anonimo scultore settecentesco, anche se Vaccaro realizzò il bozzetto dell’opera. La Guglia di San Domenico Maggiore è un simbolo di speranza e di resistenza per la città, nonché uno dei monumenti più affascinanti e misteriosi di Napoli.
Le guglie di Napoli non sono semplici decorazioni urbane, ma testimonianze di una fede profonda e di un legame con il cielo che continua a intrecciarsi con la storia e la cultura di questa straordinaria città.
La bellezza nascosta del centro storico: Napoli Sotterranea
Il centro storico di Napoli, patrimonio dell’umanità, è un intreccio affascinante di storia, arte e tradizione, dove ogni angolo racconta secoli di cambiamenti e continuità. Tra le sue meraviglie più affascinanti ci sono le guglie, ma anche un altro aspetto straordinario della città: Napoli Sotterranea. Questo mondo nascosto sotto le strade di Napoli è un vero e proprio labirinto di cunicoli, e antiche strutture che raccontano la vita millenaria della città. Passeggiando tra le vie del centro storico, il contrasto tra la luminosità delle piazze e la misteriosa oscurità del sottosuolo ci offre una visione unica della bellezza e della profondità storica di Napoli, una città che non smette mai di sorprendere.