Radiografie al sottosuolo di Napoli: il progetto con i muoni per scoprire i dissesti

Radiografie al sottosuolo di Napoli: il progetto con i muoni per scoprire i dissesti

Nel cuore della Napoli Sotterranea, una rivoluzionaria tecnologia sta cambiando il modo in cui esploriamo il sottosuolo. Grazie a un’antenna speciale, capace di “catturare” i raggi cosmici, gli esperti stanno realizzando vere e proprie radiografie sotterranee per mappare il sottosuolo di Napoli e prevenire i dissesti e i sprofondamenti che potrebbero minacciare il territorio.

I Muoni: i raggi cosmici al servizio della scienza

Il dispositivo, sviluppato dall’azienda napoletana Tecno In, è una versione avanzata di un precedente rilevatore. Questa antenna, frutto di un brevetto tutto italiano, è progettata per intercettare i “muoni”, particelle subatomiche che, come i raggi X per la medicina, permettono di ottenere immagini dettagliate del sottosuolo. I muoni, che sono costantemente emessi dai raggi cosmici che arrivano sulla Terra, possiedono una capacità di penetrazione straordinaria: riescono a traversare chilometri di terra, rivelando cavità, vuoti e difetti nel terreno. Quando i muoni incontrano ostacoli, come materiali o spazi vuoti nel sottosuolo, deviano dal loro percorso. Le deviazioni rilevate vengono analizzate per ricostruire una mappa tridimensionale dettagliata, che consente di scoprire potenziali problematiche strutturali nel terreno. In altre parole, i muoni sono utilizzati per creare una “radiografia” delle profondità sotterranee, svelando eventuali cavità o dissesti che potrebbero passare inosservati con i metodi tradizionali.

Il progetto: un passo avanti nella prevenzione dei dissesti

Il progetto, coordinato dal geologo Lucio Amato, consigliere dell’Ordine dei Geologi, è un importante passo avanti nelle tecnologie di monitoraggio del sottosuolo. L’antenna muonica è stata installata in una galleria della Napoli Sotterranea, ma, secondo Amato, la tecnologia potrebbe essere facilmente applicata anche in altre zone della città dove è fondamentale conoscere la condizione dei vuoti e delle cavità sotto le strade e gli edifici. Gli esperimenti precedenti, utilizzando antenne muoniche, hanno già dato buoni risultati. In passato, grazie a questa tecnologia, sono stati scoperti, ad esempio, una camera sepolcrale sconosciuta alla Sanità e una cavità nel Monte Echia, rimasta inesplorata a causa di ostacoli materiali. Tuttavia, l’antenna attualmente in uso rappresenta un’evoluzione delle precedenti, con prestazioni superiori che aprono a possibilità di esplorazioni future ancora più precise.

Un progetto con implicazioni più ampie

Questo esperimento non riguarda solo la città di Napoli, ma si inserisce in un contesto più ampio di ricerca scientifica. Il progetto, infatti, è portato avanti in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), che contribuisce agli studi e supervisiona l’implementazione della tecnologia. Enzo Albertini, ideatore del percorso di Napoli Sotterranea, ha espresso entusiasmo per il progetto, sottolineandone l’importanza sul piano scientifico. La Napoli Sotterranea, infatti, non è solo un’attrazione turistica, ma un sito che può contribuire a iniziative di grande valore scientifico.

Verso il futuro: la prevenzione dei dissesti a Napoli

Grazie all’antenna muonica, Napoli potrebbe beneficiare di un monitoraggio continuo e preciso del sottosuolo. Le radiografie ottenute potrebbero rivelarsi utili non solo per mappare le cavità sotterranee, ma anche per prevedere eventuali dissesti, sprofondamenti e problemi strutturali, migliorando la sicurezza e la gestione del territorio. La possibilità di applicare questa tecnologia in diverse zone della città è un’opportunità concreta per proteggere il patrimonio edilizio e storico della città, utilizzando una tecnologia all’avanguardia. In questo modo, la ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica si intrecciano con la tutela del territorio, dimostrando come la scienza possa diventare un alleato fondamentale per la sicurezza e la preservazione del nostro ambiente urbano.

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